Molte volte nell'effettuare le ricerche riguardanti l'età preistorica di un determinato comune ci si accorge che queste sono scarse, imprecise, spesso non suffragate dal ritrovamento di qualche reperto archeologico, o addirittura non ve ne sono. Allora per avere un'idea abbastanza attendibile del territorio in esame si deve volgere la nostra attenzione alle aree immediatamente vicine dove queste esistono, tenendo conto della sua posizione geografica, orografica e idrografica.
E' il caso dell'attuale territorio del Comune di Caerano di San Marco, che, appunto, in tempi preistorici doveva trovarsi ai margini di una grande foresta e molto spesso sommerso dalle acque del Piave e del suo affluente Cismon. Questi fiumi, secondo una teoria formulata da alcuni studiosi, avrebbero depositato, durante tali inondazioni, una grande quantità di materiale alluvionale, che poi, per combinazione chimica e con l'andare dei secoli, avrebbero dato quella caratteristica colorazione rosso - bruno ai terreni di tutta l'area.
Qui vi sono scarse tracce lasciate dai Paleoveneti o da altri popoli antichi, che, probabilmente, vi abitarono come la vicina Montebelluna. Scarse sono pure le notizie risalenti all'epoca romana, se si esclude il ritrovamento di un sarcofago, in località Lavajo, ora conservato nel Museo Civico di Treviso. Esso presenta invero uno scarso interesse dal punto di vista artistico, ma gli studiosi, osservando le acconciature maschili e femminili delle figure in esso scolpite, sono riusciti ad attribuirlo all'età severina.
Scarsi quindi i segni lasciati dalla colonizzazione romana su questo territorio, anche perché Roma, dopo che il console Mario sconfisse nel 101 a.C. i Cimbri qui calati, non lo inclusero nelle centuriazioni di Asolo e di Treviso, ma lo assegnarono, nella sua maggior parte, al "castrum" di Montebelluna, che, posto in posizione strategica, dominava e controllava la valle del Piave e tutte le strade che la percorrevano; fin da allora Caerano rimase legata a Montebelluna, che per molti secoli ne fu il capoluogo civile e visse gran parte delle sue vicende storiche.
Cade l'Impero romano d'Occidente, ma di Caerano non abbiamo notizie dell'epoca delle invasioni dei Goti, degli Ostrogoti e dei Longobardi. Non sappiamo ciò che qui accadde al tempo delle scorrerie effettuate dagli Ungari dal 899 al 959, i quali misero a ferro e a fuoco il vicino "castrum" di Montebelluna, dove rimase la sola "Rocca", testimonianza dell'antico accampamento fortificato romano, ad assistere per lunghi anni ancora a molte guerre ma anche a numerosi concigli di pace, a importanti incontri di parlamentari e a raduni di pacifiche comunità.
Montebelluna, al tempo di Federico I, divenne un fiorente centro commerciale e le sue benefiche conseguenze si fecero sentire su tutto il territorio, quindi anche a Caerano, divenendo poi oggetto di aspre contese per il suo possesso tra il vescovo della diocesi ed il nascente Comune di Treviso.
Seguirono anni di un certo sviluppo economico e demografico, anche per il fatto che Venezia diede mano a grandi lavori idraulici per la canalizzazione delle acque del Brentella derivate dal Piave. Scopo di questa grande opera era quello di venire incontro alle esigenze della popolazione, che così generosamente e lealmente l'aveva servita in pace ed in guerra. Veniva perciò costituito a Venezia l'Ufficio delle Acque, poi trasferito a Treviso, il cui compito era quello di portare l'acqua e di irrigare i territori di moltissimi villaggi dell'alta pianura trevisigna, nonché quello di sfruttare queste acque per ottenere la forza motrice necessaria a far muovere le macine dei molini ed azionare i magli degli opifici; fu così che sorsero numerose piccole e grandi industrie del tempo sulle rive del grande canale e richiamò a Caerano molte famiglie attirate dalla nuove opportunità di lavoro.
Questo periodo di pace e di un relativo benessere economico venne però interrotto dalla guerra che Venezia dovette sostenere nel 1509 contro i collegati della lega di Cambrai. Durante questo sanguinoso conflitto, che mise in serio pericolo l'esistenza stessa di Venezia, le truppe dell'imperatore Massimiliano d'Austria operarono a Caerano grandi devastazioni ed eccidi, ma il valore dell'esercito veneziano e la grande abilità diplomatica svolta dal Senato Veneto costrinsero i collegati, dopo che erano sorti fra loro dissidi e rivalità, a concludere la pace.
A Caerano, come in tutto il Veneto, la vita della comunità riprese a scorrere serenamente ed operosamente, finché nel 1797, al termine della sua prima campagna d'Italia, Napoleone pose fine alla gloriosa Repubblica di San Marco. Seguirono anni di altalenanti occupazioni francesi ed austriache, ma dopo la pace di Vienna, nel 1815, tutto il Veneto cadde sotto il dominio degli Asburgo e inglobato nel regno Lombardo Veneto, lasciando a Caerano una certa autonomia amministrativa.
Durante questo periodo si verificava un fatto singolare che dava origine ad un nuovo e sensibile aumento demografico nell'attuale territorio del comune di Caerano. Si trattava di un grosso lascito della famiglia Benzi - Zecchini che obbligava la Casa di Riposo di Venezia a mantenere gratuitamente i poveri qui residenti, per cui si assisteva ad una forte immigrazione di persone indigenti provenienti dai comuni vicini, che, dapprima sistematisi provvisoriamente in baracche, vi rimanevano poi in forma stabile, dando origine anche all'odierna frazione di Stivanello.
Nel 1866, alla fine della terza guerra per l'indipendenza italiana, cessava il dominio austriaco su queste terre e anche Caerano, come tutto il Veneto, aderiva plebiscitariamente al regio d'Italia di Vittorio Emanuele II. Da allora la storia di questo paese si fonde e si confonde con quella di tutta la Nazione, mutando la sua denominazione da Caerano a Caerano di San Marco nel 1872 e ottenendo la piena autonomia amministrativa nel 1946. Era nato il Comune di Caerano di San Marco, che nel secondo dopoguerra conosceva il suo terzo e più importante aumento demografico, nonché un notevole sviluppo economico, per il sorgere sul suo territorio di molte aziende e di un grande complesso industriale specializzato nelle confezioni, che davano la possibilità di lavoro a molte migliaia di operai e di tecnici.