Richiesta al senato veneziano dai rappresentanti di Treviso il 12 gennaio 1435, "pel bene generale di tutto il territorio nostro trevisano, poiché la campagna vi è aridissima e perciò sterile", fu perorata dai due savi Foscari e Bembo "poiché con questa comodità delle acque, molte famiglie vi si ridurranno ad abitare e le campagne sterili ed incolte facilmente ridurranno a facilità di biade, di vini, di strami e di bestiami".
La posa in opera del canale che pur giungendo al Lavaggio di Caerano nel secolo XV, fu nel '500 ampliata e potenziata da Fra Giocondo, capillarizzandosi con i suoi rivoli in tutto il territorio caeranese, recò vantaggi agricoli e umani immensi. La popolazione crebbe infatti dalle 400 persone denunciate nel 1467 alle oltre 1300 del 1712. Per quattrocento anni la Brentella costituì la vita di Caerano, la sua acqua irrorò le campagne, le sue "seriole" solcarono ogni dove a beneficio dei privati e delle comunità.
I quattro mulini e la fucina edificati inizialmente nel tratto caeranese passarono fra il XV e il XVIII secolo a tredici opifici, contandosi molini, battiferri, folli con in testa "l'edifizio da seda" costruito sul finire del secolo XVII al ponte S.Marco, espressamente ricordato nella relazione del podestà Pisani al Doge di Venezia nel 1762.
Agli inizi del secolo XX ecco potenziarsi ancor più tali opifici caeranesi che raggiunsero il numero di 20, fra i quali i maggiori erano il Pastificio di Stocco e l'impresa Elettrica Trevigiana di Paolo Viganò che fornì la prima illuminazione a Treviso, Mestre, Padova.